IL REPERTORIO DI MARIONETTE GRILLI INCLUDE SPETTACOLI CREATI E PROPOSTI NELL'ARCO DI 30 ANNI. TROVERETE QUI QUELLI PIÙ CELEBRI E AMATI. SUDDIVISI PER GENERE.
Atto unico: Bastiana ama Bastiano ed è da lui ricambiata; ma la nobildama del castello ha messo gli occhi su Bastiano e, per conquistarlo, gli fa costosi regali. Così Bastiano cede alle sue lusinghe e Bastiana, disperata, si rivolge al mago Colas; questi legge nel suo libro magico il destino dei due giovani e con una magia fa si che Bastiano e Bastiana coronino il loro sogno d'amore.
Lo spettacolo si svolge tutto a vista, sotto gli occhi degli spettatori. La tecnica di manipolazione delle marionette viene così svelata e rende particolarmente interessante lo spettacolo, anche per bambini e ragazzi.
Vengono utilizzate marionette a filo di tipo tradizionale appositamente realizzate in una scenografia in movimento continuo che segue il filo della vicenda. Le marionette e le scenografie sono state realizzate nei laboratori della compagnia su bozzetti di Augusto Grilli. L'adattamento dei dialoghi recitati è stato fatto da Massimo Scaglione.
Atto unico: La vicenda si svolge in un paesino della Sicilia il giorno di Pasqua. Turiddu, fidanzato di Santuzza, la tradisce con Lola, moglie di Compare Alfio. Lucia, madre di Turiddu, ha un dialogo con Santuzza che è preoccupata per l'assenza di questi e ha intuito la tresca con Lola. Sopraggiunge Compare Alfio che invita le due donne ad andare a messa. Esce la processione dalla chiesa. Rimasta sola Santuzza incontra Turiddu che nega di essere l'amante di Lola e sfoga la sua collera con Santuzza, che lo maledice mentre viene da lui spinta a terra: Turiddu fugge via. All'arrivo di Compare Alfio Santuzza gli svela il tradimento della moglie con il suo fidanzato; Compare Alfio giura vendetta. È l'uscita della messa e tutti si radunano all'osteria di Turiddu che brinda insieme a Lola; Compare Alfio Sfida a duello Turiddu che si rivolge alla madre per averne la benedizione ed affidarle Santuzza. Turiddu esce con Compare Alfio per il duello. Santuzza raggiunge la madre Lucia e le due donne, rimaste sole, crollano sotto la notizia che Turiddu è stato ucciso.
Lo spettacolo nasce tutto da una valigia, a vista, sotto gli occhi degli spettatori. La scena viene allestita durante lo svolgimento dell'ouverture, interrompendosi solo per la serenata di Turiddu.
La tecnica di manipolazione delle marionette viene così svelata e rende particolarmente interessante lo spettacolo, anche per bambini e ragazzi.
Vengono utilizzate marionette a filo di tipo tradizionale risalenti agli anni '30 in terracotta, create da Nino Longoni di Castelfranco Veneto. Teatrino e scenografia realizzati nei laboratori della compagnia su bozzetto di Augusto e Mariarosa Grilli.
Primo Tempo: Il Conte di Almaviva è innamorato di Rosina, pupilla di Don Bartolo, che la tiene segregata in casa per poterla sposare con la complicità di Don Basilio.
Il Conte incontra Figaro che, facendo ricorso alla proprio fervida fantasia, trova il modo di introdurre il conte a casa di Don Bartolo facendolo travestire da ufficiale; il gioco però riesce solo in parte perché, a causa di un litigio tra il Conte e Batolo, l'intervento della Forza Pubblica mette fine all'incontro tra i due innamorati.
Secondo Tempo: Il Conte riprova con un nuovo travestimento; si presenta a Don Bartolo quale insegnante di musica per dare lezioni a Rosina al posto di Don Basilio, che dice ammalato. Anche questa volta però l'inganno riesce solo in parte, perché don Bartolo si accorge del travestimento. Nella notte Figaro e il Conte si introducono per rapire Rosina, proprio mentre giungono Don Basilio con il notaio chiamato da Don Bartolo per sposare Rosina, ma Figaro con uno stratagemma riesce a far sposare Rosina e il Conte.
Marionette e animazione a vista sono i due elementi che caratterizzano questo spettacolo; il gioco svelato tra animatori e oggetti animati diventa così spettacolo nello spettacolo e permette allo spettatore di assistere ai trucchi del mestiere. Secondo una tecnica che è ormai usuale nei nostri allestimenti rossiniani la scenografia si trasforma a vista per dar luogo alla piazza, alla casa di Figaro e a quella di Don Bartolo, con grande cura di arredamenti e particolari; la riduzione dell'opera è stata curata rispettando quanto più possibile l'originale.
Marionette e scenografia realizzate nei laboratori della compagnia su bozzetti di Augusto e Mariarosa Grilli.
Primo Tempo: Il sultano Moustafà vuole ripudiare Elvira, sua sposa, e vorrebbe che Halì, il capitano delle guardie, gli procurasse una bella italiana. Decide, quindi, di far sposare Elvira a Lindoro, uno schiavo italiano. I pirati, all'ordine di Halì, catturano una nave italiana e portano a terra Isabella e il suo spasimante Taddeo. Non appena il sultano vede Isabella se ne innamora, mentre Lindoro riconosce stupefatto in Isabella la sua fidanzata.
Partito dall'Italia per un viaggio in Oriente era stato catturato e fatto schiavo. In onore di Isabella il sultano lascia in vita Taddeo, che crede suo zio. Anche Isabella riconosce Lindoro e rimane ammutolita.
Secondo Tempo: Isabella e Lindoro si ritrovano nel boschetto del palazzo, dove tramano la fuga. Taddeo viene nominato Kaimakan, ossia luogotenente del sultano.Isabella fa annunciare a Moustafà che gli riconoscerà l'italiana onorificenza di “Pappataci” data a “coloro che mai non sanno disgustarsi col bel sesso”. Il sultano è frastornato da quella che crede una grande onorificenza e dalla bellezza della donna. Così, durante la cerimonia di conferimento, mentre il sultano dimostra di meritare il titolo di Pappataci (mangia e bevi, bevi e taci)ed è tutto intento alla sua mensa, Isabella e Lindoro prendono la fuga e lasciano il sultano a consolarsi con Elvira rendendosi conto che la “bella italiana venuta in Algeri insegna agli amanti gelosi ed alteri che sempre se vuole la donna la fa”.
Marionette e animazione a vista sono i due elementi che caratterizzano questo spettacolo; il gioco svelato tra animatori e oggetti animati diventa così spettacolo nello spettacolo e permette allo spettatore di assistere ai trucchi del mestiere. Secondo una tecnica che è ormai usuale nei nostri allestimenti rossiniani la scenografia si trasforma a vista per dar luogo alla spiaggia, alla sala di Moustafà, al boschetto e alle stanze di Isabella con grande cura di arredamenti e particolari.
Vengono utilizzate marionette particolarmente curate nei movimenti, onde dare maggiore espressività all'azione.
Marionette e scenografia realizzate nei laboratori della compagnia su bozzetti di Augusto e Mariarosa Grilli.
Atto primo: nella casa di Don Magnifico, patrigno di Cenerentola e padre di Tisbe e Clorinda, le tre ragazze sono impegnate ciascuna in un lavoro diverso; mentre le due sorellastre si stanno esercitando nel canto e nella danza, Cenerentola sta pulendo vicino al camino. L'arrivo di un personaggio misterioso, Alidoro, le distoglie dalle loro occupazioni.
Alidoro vestito da mendicante chiede la carità e viene scacciato dalle due sorellastre; solo Cenerentola gli offre un po' di colazione. Il diverbio viene interrotto dall'arrivo di alcuni messaggeri che annunciano un grande ballo al castello ed invitano tutte le ragazze a parteciparvi. Frattanto il principe, Don Ramiro, scambiati gli abiti con il suo scudiero Dandini, si presenta nella casa di Don Magnifico per osservare il comportamento delle tre ragazze. Subito si imbatte in Cenerentola, rimanendo colpito dalla sua semplice bellezza. Don Magnifico afferma di avere solo due figlie, e perciò solo queste potranno andare al ballo,ma grazie ad una magia operata da Alidoro, anche Cenerentola potrà parteciparvi.
Atto secondo: Durante il ballo le due sorellastre fanno a gara per ingraziarsi il principe che, invece, è lo scudiero travestito. Intanto giunge al ballo una dama misteriosa con il volto velato accompagnato da Alidoro. Tutti chiedono che si sveli e solo dopo varie insistenze questo avverrà: tutti rimangono stupiti da tanta bellezza.
Nel giardino la dama misteriosa (Cenerentola) dona al principe (quello vero) uno dei suoi braccialetti (lei ne ha uno uguale nell'altro braccio) e poi se ne torna a casa. Il principe, disperato per la perdita di questa ragazza ordina di cercarla ovunque. Sarà lui stesso a ritrovarla con l'aiuto del braccialetto donatogli, la sposerà e vivranno tutti felici e contenti, anche perché Cenerentola perdonerà il patrigno e le sorellastre per i torti ricevuti.
Proponiamo una riduzione da “La Cenerentola ” di Gioacchino Rossini adattandola ai nostri piccoli interpreti, che mal sopportano le lunghe tirate dei solisti, reintegrando tutto quanto di favolistica era stato tolto da Rossini, che aveva adattato la trama al gusto dei contemporanei. Molti degli elementi della storia originale che erano stati trascurati (la trasformazione della zucca, quella dell'abito, ecc.) sono stati reinseriti nella vicenda, grazie anche a una scenografia che muta in continuazione, dove il grande camino diventa ora cucina, ora sala, ora giardino, con passaggi senza interruzione da una scena alla successiva.
Le marionette create apposta per questo spettacolo hanno le teste scolpite da Amerigo Carella e sono state studiate in modo particolarmente accurato sia nella struttura (che permette movimenti aggraziati) sia nel costume; alte 50 cm, sono manovrate su di una struttura scenografica “a vista”, dove i marionettisti, oltre ad essere animatori, diventano anche attori interagendo con loro.
Marionette e scenografia realizzate nei laboratori della compagnia su bozzetti di Augusto e Mariarosa Grilli.
Primo tempo: Federico Aretusi viene arrestato per l'uccisione del figlio di Pantalone, fatto commesso invece da Brighella, nella città di Parma. Clotilde, fidanzata di Federico, parte da Livorno alla ricerca del suo fidanzato, che da tempo non dà sue notizie e, capitando su una montagna con il suo servitore Gianduja, viene aiutata dalla Fortuna e dal mago Archolans che manda Gianduja a difendere Federico e affida Clotilde alle cure della Ragione. Gianduja prima di andare a difendere Federico si ferma a placare al sua grande fame presso un'osteria.
Secondo tempo: Si svolge il processo contro Federico che sta per essere condannato a morte, ma l'intervento di Gianduja chiarisce l'errore e Brighella confessa la sua colpevolezza. Gianduja raggiunge Federico in prigione e con una magia lo trasporta nella reggia della Ragione dove ritrova la sua Clotilde. Una grande festa chiude in bellezza la vicenda.
Vengono utilizzate marionette a ferro centrale di 60 cm del '700 e '800 con il loro teatro d'epoca; un'operazione interessante di recupero di materiale antico di pregio inserito in un contesto originale.
Vengono utilizzate marionette particolarmente curate nei movimenti, onde dare maggiore espressività all'azione.
L'allestimento del materiale è realizzato con la collaborazione di un gruppo dell'UNITRE torinese che sotto la guida di Augusto Grilli ha restaurato le marionette, le ha rivestite e ha dipinto i fondali. Si è cercato, con l'uso di luci particolari, di rendere l'atmosfera di uno spettacolo di altri tempi, adattato al gusto della nostra epoca con ritmi meno lenti e con musiche che sottolineano i momenti salienti.
Gianduja e Pietro fanno naufragio e si salvano su un'isola dove trovano una caverna. Da questa esce uno scheletro che chiede di essere vendicato per essere stato così ridotto da una Maga.
Come aiuto dona a Gianduja tre libri magici che potranno servirgli in momenti difficili. La strada che Gianduja e Pietro dovranno intraprendere sarà lunga e piena di perigli e si verificheranno incontri a sorpresa con Giacometta e Brighella passando da ville meravigliose ad orride prigioni, ma , alla fine, grazie alle magie dei libri, tutto si risolverà per il meglio.
Lo spettacolo utilizza marionette e segue il filone della tradizione di questo genere teatrale: scenografie realistiche, marionette curate nei particolari dalla gestualità raffinata, effetti scenici e momenti di virtuosismo marionettistico, in un alternarsi di situazioni comiche e sentimentali conducono lo spettatore, grande o piccolo che sia, in un mondo di fantasia che, ogni tanto, è bello ritrovare.
Proseguendo nella ricerca nell'ambito della tradizione nasce “Il Varietà delle marionette”, adatto al pubblico di ogni età. Punteggiato da una colonna sonora forte ed incisiva, lo spettacolo riprende un tema caro all'antico, quello di stupire gli spettatori con un susseguirsi di quadri in cui le marionette recuperano il repertorio tipico del Settecento e Ottocento: dal circo alla ballerina di danza orientale, dall'inferno alla cantante lirica, in un susseguirsi di magiche trasformazioni capaci di affascinare spettatori grandi e piccini.
Il progetto si pone l'obiettivo di festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia riportando sulle scene un famoso spettacolo di marionette torinesi: “Turin ch'a bogia.” La vicenda, che ha come protagonista Gianduja, utilizza il meccanismo della fiaba per narrare i fatti più importanti della storia d'Italia e di Torino.
Gianduja ospita nella sua casa, durante una notte di tempesta, due frati che per ricambiare la sua generosità, si offrono di realizzare tre suoi desideri. Quando poco dopo arriva la Morte per portarsi via Gianduja, quest'ultimo riesce, con la sua proverbiale arguzia, a beffarla, grazie ai desideri che i due frati gli hanno concesso, allontanandola ogni volta che si ripresenta.
Gianduja si troverà quindi a vivere i duri momenti delle Guerre di indipendenza e la gioia della proclamazione dell'Unità d'Italia, seguirà il trasferimento della capitale da Torino a Firenze fino a Roma, darà la caccia al Brigante Musolino, aiuterà i patrioti nella lotta per Trieste italiana, combatterà con i soldati al fronte durante le guerre mondiali e sosterrà gli operai in sciopero. Vivrà momenti importanti per Torino come l'Esposizione universale del 1911, in occasione del 50° anniversario dell'Unità d'Italia, lo sviluppo della Moda ed il Cinema e dell'industria automobilistica.
Accanto a Gianduja e alla fedele moglie Giacometta ritroviamo altri personaggi della tradizione popolare italiana quali Stenterello, Rugantino e Pulcinella, affiancati da alcune curiose rappresentazioni allegoriche tra cui il spicca quella del Fischietto, nota rivista torinese d'attualità, e dai personaggi storici dal Risorgimento a Italia '61 tra cui Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e l' Avvocato Gianni Agnelli.
Lo spettacolo ha quindi il merito di riscoprire il fine per cui le marionette sono stati create: non solo per intrattenere un pubblico di bambini, ma anche per parlare ad un pubblico di spettatori adulti, diventando un vero e proprio mezzo di comunicazione.
Il ritrovamento di un copione ottocentesco a stampa con il titolo: “L'assedio di Torino del 1706, commedia per marionette” è stata una ghiotta occasione per poter dare seguito all'allestimento dello spettacolo che la Compagnia Marionette Grilli ha deciso di realizzare in occasione delle celebrazioni per il trecentesimo anniversario dell'Assedio di Torino.
Interessante l'inserimento di Gianduja, che diventa amico di Pietro Micca, secondo una tradizione marionettistica torinese dell'Ottocento che vede sempre la presenza di questo personaggio negli allestimenti storici e fiabeschi a fianco dei protagonisti in veste di amico, consigliere o cameriere.
La vicenda segue fedelmente la storia, specialmente nei dialoghi dei personaggi principali, che si esprimono in italiano, presentando tutti i protagonisti dell'assedio: il Duca Vittorio Amedeo di Savoia, il Principe Eugenio di Savoia, la Duchessa di Savoia, Pietro Micca, Padre Valfré, il traditore Martin, il maresciallo francese La Feuillade. Accanto ad essi sono presenti Gianduja, Giacometta e Gianduiotto, che parlano in piemontese, a rappresentare il punto di vista della gente comune.
Gli ambienti e i costumi sono stati attentamente ricostruiti utilizzando fonti iconografiche e archivistiche.
L'allestimento è stato realizzato utilizzando pezzi d'epoca e materiale nuovo, ricostruito ricreando uno spettacolo di tipo ottocentesco che comprende l'inserimento di numeri tipici dell'arte marionettistica (trasformazioni e numeri di abilità).
La registrazione è stata realizzata negli studi di Mario Brusa con attori della sua compagnia.
Marionette d'epoca inserite nella cornice di un teatrino di fine '700 racconteranno la tradizione natalizia delle terre del Nord Italia, dalla nascita di Gesù all'arrivo del Gelindo. A seguito dell'editto dell'imperatore Ottaviano, tutti i cittadini dei territori occupati dai Romani devono partecipare al Censimento. Anche Gelindo, semplice pastore, si mette in marcia verso Betlemme per assolvere a quest'obbligo lasciando a casa la moglie e la figlia con il vecchio servitore Maffeo. Mentre è per la strada incontra un uomo già avanti negli anni con una bellissima giovane incinta: sono Giuseppe e Maria anche loro in marcia per Betlemme. Poiché Giuseppe non è riuscito a trovare alloggio per la notte, Gelindo ospita i due in una sua capanna dove solitamente ricovera le greggi. Si rimette in cammino ed incontra i tre Re Magi che sono appena stati a colloquio con Erode e gli hanno predetto la nascita di un nuovo Re. Erode per timore di perdere il suo potere chiede ai Re Magi di ritornare da lui per indicargli dove è nato il nuovo Re in modo da poterlo onorare, ma in realtà intende ucciderlo. I Re Magi chiedono a Gelindo se sa della nascita di un Re e lui li indirizza alla capanna dove ha condotto Giuseppe e Maria. Intanto nella notte Maria partorisce ed il Bambino viene posto in una mangiatoia tra un asino ed un bue per poterlo riscaldare. Al suo ritorno a casa Gelindo invita tutta la sua famiglia a recarsi in visita alla Sacra Famiglia portando doni per il Bambino. Qui si recheranno molti altri pastori ed infine anche i Re Magi guidati dalla Stella Cometa. Erode nel frattempo, non vedendo ritornare i Re Magi che sono stati sviati da un Angelo, ordina la strage degli Innocenti, ma nuovamente un Angelo appare in sogno a Giuseppe che organizza la fuga in Egitto con Maria ed il Bambino.
L'allestimento è stato realizzato utilizzando pezzi d'epoca e materiale nuovo, ricostruito ricreando uno spettacolo di tipo ottocentesco. La registrazione è stata realizzata negli studi di Mario Brusa con attori della sua compagnia.
Lui (Florindo) è innamorato di Lei (Doralice), ma il padre di Lei (il Dottor Pancrazio) l'ha promessa in sposa a quell'altro (Zan Ganassa, ricco commerciante veneziano). Lei non vuole quell'altro, vuole Lui… e allora come si fa? Fortunatamente c'è Gianduja, amico di Lui e di Lei, che metterà tutto a posto, allontanando quell'altro e permettendo a Lei e a Lui di sposarsi.
Se, nel 1808 la baracca per burattini era molto colorata e curata, fatta di sipari, scenari e quant'altro servisse a “colpire” l'occhio, oggi la scelta stilistica di Marco Grilli guarda a una struttura neutra, stoffa nera e pochi elementi scenografici.
L'obiettivo è focalizzare l'attenzione del pubblico sui burattini eliminando ogni distrazione: una scelta azzardata, ma utile a capire cos'è veramente uno spettacolo tradizionale di burattini oggi.
I personaggi della commedia sono gli stessi de “Il medico di Matrimoni”, produzione di Marco Grilli datata 2008. Lui e Lei si amano ancora, ma c'è un'altra Lei che si innamora di Lui e pur di averlo crea sortilegi a sfavore della rivale. Lui si dispera e così decide di chiedere aiuto a Gianduja, che prontamente si adopera salvo scoprire poco dopo che l'altra spasimante è la morte!
Tra astuzie, intelligenze e il suo far burattinesco, Gianduja riuscirà anche in questa commedia a divertire il suo pubblico, cacciando la maledizione e riportando amore e serenità a casa di Florindo.
Gianduja, giovane contadinotto delle valli tra Asti e Torino, viene incaricato dalla moglie Giacometta di portare un sacchetto di farina magica regalatagli dal mago Archolans, dall'altra parte del bosco… ma strada facendo il diavolo Belzebù ci mette lo zampino e al povero Gianduja iniziano a capitarne di tutti i colori.
Su richiesta è possibile elaborare una drammaturgia originale su tradizioni o avvenimenti legati alla storia del luogo in cui si svolge lo spettacolo.
Gli spettacoli ripropongono un canovaccio tradizionale del teatro per burattini piemontesi e si articolano in due momenti: dopo lo spettacolo vero e proprio Marco Grilli “sveste” la baracca e svela ai curiosi spettatori (grandi e piccoli) come è fatto e come si muove un burattino, come si chiamano gli attrezzi del mestiere e come nasce uno spettacolo, invitando il pubblico ad intervenire.
Si apre il sipario e… il Re Umberto I, noto come “Re di Torino”, entra urlando come un disperato: “chi ha rubato la mia corona?”.
Brighella, servo fedele, consiglia al Re di mandare le guardie a cercare la corona nelle case del popolo, sia in Torino sia in provincia. Le guardie cominciano a cercare la corona dappertutto, arrivando sino a Callianetto, piccolo paese vicino ad Asti ove abita l'allegro contadino Gianduja con la sua dolce consorte Giacometta.
Gianduja, di ritorno dal bosco, trova sotto un albero una bella corona e decide di portarla a casa, ignaro di quello che da li a poco sarebbe successo. Giacometta, preoccupata, invita Gianduja a riportare la corona là dove era stata trovata, ma Gianduja, stanco preferisce andarsene a dormire.
Giovanni Pautasso, un contadino vicino di casa di Gianduja, ascolta tutto il discorso e, con l'idea di intascare la ricompensa, corre ad avvisare le guardie. Queste ultime arrestano Gianduja con l'accusa di alto tradimento e lo conducono nelle prigioni di Torino.
Riuscirà Gianduja a dimostrare la sua innocenza e a evitare la forca?
La storia inizia alla reggia di un vecchio re la cui figlia è stata rapita. Viene dato ordine ai servi e ai soldati di andare a cercare la Principessa in tutte le terre del regno; alla ricerca parte anche Gianduja aiutato dai consigli della vecchia Strega Carampana. Presto lo trova nel bosco della Rogna nelle mani del terribile e potente brigante Spaccateste e del suo gigante. Gianduja, dopo un lungo duello, bastona senza pietà i cattivi e riporta sana e salva la principessa a suo padre il re. In onore di Gianduja sarà fatta una grande festa.
Il Giandujotto fu prodotto per la prima volta dalla nota società dolciaria torinese Caffarel e presentato al pubblico nel carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja (da cui prende il nome), che distribuiva per le strade della città la nuova bontà.
Le sue origini si riconducono a motivazioni storiche ben precise: con il blocco napoleonico, le quantità di cacao che giungevano in Europa erano ridotte e con prezzi esorbitanti, ma ormai la richiesta di cioccolato continuava ad aumentare. Michele Prochet decise allora di sostituire in parte il cacao con un prodotto molto presente nel territorio: la Tonda Gentile delle Langhe, una nocciola con gusto deciso e delicato. L'impasto è dunque composto da nocciole in polvere (pressate in pezzi finissimi), cacao, burro di cacao e zucchero.
Questo è ciò che dice la Storia con la S maiuscola: la nostra storia, invece, parla di un certo Giovanni della Duja che un giorno decise di sostituire il cacao con le nocciole e far nascere il Gianduiotto, un piccolo cioccolatino dal gusto prelibato da regalare alla gente durante i suoi spettacoli. Lo spettacolo intitolato “Gianduja e la nascita del Gianduiotto” ripropone quel periodo storico (1865), i francesi che bloccano l'arrivo del cioccolato in Piemonte, la popolazione disperata e un paladino di nome Gianduja che rimedia al problema con ingegno e astuzia.
Classico spettacolo di burattini tradizionali con Gianduja protagonista di una storia molto particolare: il perfido Belzebù ha rapito Babbo Natale! Non sopporta la gioia e allegria di questo giorno e decide quindi di privare il Natale del suo vero significato trasformandolo in una festa consumista in cui l'egoismo e l'avidità rendono tutti più tristi e più soli. Ma grazie al saggio Gianduja, aiutato dai bambini presenti in sala, Babbo Natale verrà liberato e tutti potranno festeggiare un Natale pieno di allegria e serenità con le persone a cui vogliono bene.
MGPS è uno spettacolo cinico-onirico rivolto al pubblico adulto. Una riflessione rarefatta e sardonica sul tema della vita e del quotidiano. Il lavoro è composto da dieci sketches di diversa durata, nei quali sono narrate le avventure e le vicissitudini di personaggi costretti ad affrontare l'umano ineluttabile destino e che tentano una resistenza ostinata quanto inutile.
Lo spettacolo è giocato sul sottile confine tra l'assurdo e l'ironico e presentato esclusivamente attraverso la comunicazione gestuale dei burattini, senza uso del linguaggio verbale. Una sorta di “pantomima”, dove nel silenzio sospeso il burattinaio muove i burattini interagendo con essi e diventando egli stesso partecipe della vicenda a fine spettacolo.
In questo spettacolo di burattini così particolare, il teatro d'animazione trova espressione in tecniche e forme raffinate e suggestive. I burattini utilizzati sono essenziali, visi torniti e dipinti in modo molto semplice, le mani cucite al buratto e i costumi senza particolari arricchimenti estetici.
Un passato non remoto (un altro fantascientifico 1984?) ed un'arte non remota, la radio, per raccontare una storia e per registrare una trasmissione.
Poi l'imprevisto, l'equivoco e, per i grotteschi disegni della sorte, si confondono i destini: può così capitare che un ragazzo delle pulizie, patito di radio, oggetti e rumori, diventi attore e interprete de La Fattoria degli animali, visionaria profezia che George Orwell fece del socialismo e della globalizzazione durante la seconda guerra mondiale. Strana profezia davvero… quasi comica ma sinistra, buffa ed inquietante, derisoria ma già piena di sangue. Eppure dal respiro enorme, dolcissimo e terribile.
Raccontarla, anche ai ragazzi, un'autentica scommessa. E trasformare il racconto di una sconfitta in un gioco che superi la paura verso l'amore, che opponga sogni e lealtà alla violenza ed al potere, e soprattutto che non rinunci ad immaginare mondi migliori, smascherando inganno e sopraffazione.
“Gulliver: il primo dei viaggi” può essere considerato l'esplorazione delle varie forme del teatro d'animazione. Le componenti fantastiche del romanzo e quelle realistiche del racconto aprono lo spettacolo e si rincorrono, strettamente connesse e interdipendenti, per tutto lo spettacolo. Chi rilegga il romanzo, dopo aver sgombrato la mente dalle immagini di una lettura “ingenua”, o magari dalle illustrazioni del primo viaggio, s'accorgerà che il rapporto fra Gulliver e gli abitanti di Lilliput non è solo abnorme e tale da far scattare la molla della fantasia, ma anche matematico e come tale risolto nel rapporto fisso dell'uno a dodici. E anche l'impatto che tale rapporto crea sulla fantasia è, per così dire, misurato e reso verosimile da un linguaggio fatto di misure, di pesi, di volumi.
La scena si apre all'interno di una classe vuota, dove un maestro ormai stufo di fare “addormentare” i suoi alunni, decide di sperimentare nuovi metodi d'insegnamento. L'ordine del giorno è la lettura del romanzo di Swift, “I viaggi di Gulliver”. Nel pensare come iniziare il racconto cade dalla sedia battendo la testa. Da quel momento il maestro non sarà più maestro ma… Gulliver, i Lillipuziani, il Narratore in un inseguirsi di vicende che lo porteranno a stravolgere totalmente il mobilio della classe.
Swift è considerato il più grande scrittore di lingua inglese del suo tempo ed uno dei più grandi satirici mai esistiti. “I viaggi di Gulliver” è uno dei testi base della letteratura inglese, sicuramente il più importante dell'età augustea, assieme a “Robinson Crusoe” e a “Tom Jones”. Ed è forse la miglior satira sociale, politica e storica mai scritta in lingua inglese.
Strutturalmente è il classico journey-report che narra però di viaggi intrapresi in mondi immaginari, che diventano metafora dell'Inghilterra del tempo.
La esperienze di viaggio offrono infatti a Gulliver lo spunto per osservare la propria realtà da punti di vista differenti.
Pupazzi, ombre e canzoni sono il cuore dello spettacolo. Grande importanza hanno nell'economia dello spettacolo gli oggetti: il foglio di un registro diventa una vela strappata dalle tempeste, la cattedra diventa nave e poi mare su cui nuotare, l'armadio una montagna da scalare.
Una favola moderna che insegna l'importanza dell'amicizia, della gratitudine e del rispetto al di là delle differenze Solo al mondo, piccolo, pieno di coraggio eppure timido, un elefantino incontra il grande re degli animali, sua maestà il leone. Il re è grande per autorevolezza e autorità e il piccolo è pieno di umiltà e rispetto. Il re lo istruirà alla vita fino a condurlo alla soglia della maturità. L'elefante, divenuto grande in tutti i sensi, affronterà da solo il mondo e non perderà mai la consapevolezza della propria condizione. Anzi farà trionfare bontà e fierezza soccorrendo proprio il re, ormai vecchio e decaduto. Lo spettacolo realizzato con la tecnica dei pupazzi manovrati a vista prevede dei momenti di interazione che renderanno lo spettacolo coinvolgente e i bambini protagonisti della storia.
Attore con pupazzi.
Makùs, mago-inventore che vive in una roulotte, un giorno, all'improvviso, si trova al buio e al freddo: l'erogazione di energia elettrica è stata sospesa perché il mondo consuma troppo! Come rimediare?! Mago Makùs formula un incantesimo e… Apparentemente nulla accade, ma appena Makùs si allontana da casa, la TV si accende il presentatore che prima aveva dato informazioni a riguardo la sospensione di energia e gas, si ritrova a vivere proprio in casa del mago. Al suo rientro, Makùs si accorge che la sua magia aveva dato vita alla TV e incuriosito dal sapere gli chiede come si può rimediare alla mancanza di energia e gas.
Mai sentito parlare di fonti di energia rinnovabili? Energia eolica, solare, biomassa, biogas? Inizia così la scoperta per Makùs dei segreti dell'energia: nuove fonti = nuovi mondi possibili. Makùs, entusiasta, parte per un viaggio, per portare energia nuova nel mondo.
Questo spettacolo d'intento didattico nasce dalla collaborazione con l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino, con il contributo della Regione Piemonte, con l'intento di portare nelle scuole la conoscenza delle tematiche, quanto mai attuali, della ricerca sulle fonti di energia rinnovabili: le disavventure di Makùs, rimasto al buio e al freddo, diventano pretesto per introdurre i concetti di energia eolica e solare, per accennare all'effetto serra e al Protocollo di Kyoto, per promuovere l'utilizzo razionale dell'energia, il risparmio energetico e il rispetto dell'ambiente in generale.
Un giorno una nuvola domandò al sole il perché del ciclo dell'acqua. Il sole spiegò alla nuvola che il ciclo dell'acqua è una storia antica, ma soprattutto molto importante. La nuvola incuriosita volle capire meglio e chiese ancora spiegazioni al sole, che per tutta risposta le disse di far piovere e che al resto ci avrebbe pensato lui. È così che sulla terra arrivarono Lino e Lina, due gocce d'acqua, nel vero senso della parola! Lino e Lina diventarono amici e decisero di visitare il mondo prima di tornare sulle nuvole. Il sole li accontentò e per un po' sparì. Ma una notte, mentre Lina era sola, arrivò il Re dell'acqua sporca che rapì Lina perché era bella e pulita. Lino si disperò, domandò ai fiumi e ai laghi, ai mari e persino ai monti, ma nessuno seppe dargli buone notizie. Lino era proprio giù…ma attenzione: “Ci sono i bambini che hanno visto tutto!” gridò il sole. Lino si fece raccontare tutto dai bambini e partì alla ricerca di Lina. Insomma, per farla breve, Lino sconfisse il cattivo e grazie al ciclo dell'acqua tornò in cielo con la sua bella amata!
Lo spettacolo, attraverso una semplice fiaba, focalizza l'attenzione sul ciclo dell'acqua e sull'importanza della salvaguardia dell'ambiente: l'acqua diventa fonte di vita, bene prezioso da salvaguardare e rispettare, anche con l'aiuto dei bambini. Questo spettacolo nasce da una domanda posta ai bambini di una scuola materna su cosa fosse per loro l'acqua. La suggestione più evidente nelle risposte riguardava la percezione dell'acqua come insieme di gocce. Proprio questa percezione quindi è alla base della scelta dei due protagonisti, Lino e Lina Goccio. Stabiliti i personaggi e la tematica, la storia si è sviluppata da sé, pensando a un innamoramento e al trionfo del bene (l'acqua pulita) sul male (l'acqua sporca).
In questa serie di spettacoli brevi (45 minuti) ideali per un pubblico da 4 anni in su, le fiabe tradizionali più celebri sono reinterpretate con l'ausilio di pupazzi o oggetti d'uso comune.
Compagnia Marionette Grilli, di e con Marco Grilli
La fiaba che racconta come credere in se stessi e non perdere mai la fiducia nelle proprie capacità. Questa favola di Andersen non ha bisogno di molte presentazioni, è una fiaba classica che da bambini fa sempre piacere ascoltare. speriamo ti possa aiutare se devi spiegare al tuo piccolo che col tempo diventerà un magnifico cigno, anche se al momento c'è qualcuno che al momento gli dice il contrario.
Per diventare fortunati bisogna anche saper usare anche un po' di furbizia ed ingegno! “Il Gatto con gli stivali” è una fiaba popolare della tradizione europea che è stata rivisitata in mille modi. Nell'originale il gatto era l'eredità che il protagonista riceveva dal padre, mentre il messaggio insegnato dalla favola è questo: bisogna impegnarsi e ingegnarsi per ottenere la fortuna che si desidera. Noi abbiamo preparato la nostra versione e quello che vogliamo dire è questo: anche un amico fidato e astuto può dare un aiuto prezioso, anche se all'apparenza sembra solo in grado di… miagolare!
Se non si abbandona la speranza, la felicità arriva sempre! “La bella addormentata nel bosco” è una fiaba antichissima, la sua origine si perde nella notte dei tempi. È arrivata fino a noi attraverso tutti questi secoli e in mille versioni, sia Charles Perrault che i fratelli Grimm e Walt Disney, col suo film animato del 1959, ne hanno scritta una loro interpretazione. Scopriamo insieme come Aurora ha aspettato per 100 anni il bacio del suo principe azzurro, e buon divertimento!
Per vincere il lupo non bisogna essere pigri, ma bisogna impegnarsi e fare le cose per bene! I 3 porcellini è una fiaba classica che si racconta sempre ai bambini, e la ragione è più che valida. Non solo insegna a stare attenti al lupo cattivo, ma anche a fare le cose per bene e senza fretta. L'unica casetta che infatti resiste alla furia del lupo è quella costruita con calma e con solidi e resistenti mattoni. Noi abbiamo preparato la nostra versione.
L'invidia è proprio una brutta cosa, fa solo innervosire e alla fine non premia mai… Specchio specchio delle mie brame… hai indovinato di che fiaba parliamo? Biancaneve e i sette nani è una tra le fiabe più famose che esistano, tanto che Walt Disney decise di realizzare suo primo lungometraggio animato proprio utilizzando questa fantastica storia.
Per salvarsi dal Lupo Cattivo, bisogna sempre ascoltare mamma e papà… “Cappuccetto Rosso” è una fiaba che tutti conosciamo e che tutti raccontiamo ai nostri bambini. È talmente famosa che abbiamo deciso di giocarci un po', perciò abbiamo provato a cambiare il finale, senza esagerare però…
Cenerentola, grazie al magico aiuto della Fata Madrina, parteciperà al gran ballo indetto dal Principe, e perdendo una scarpetta di cristallo riuscirà a coronare il suo sogno! Le origini di Cenerentola si perdono nella notte dei tempi, la prima versione moderna però è di Giambattista Basile col titolo di “La gatta Cenerentola, poi verranno Charles Perrault, i fratelli Grimm ed infine Walt Disney col suo famoso cartone animato del 1950, che ci ha regalato Cenerentola per come la conosciamo oggi e di cui nel 2015 è stato realizzato anche un film.
La scena si apre all'esterno di un carrozzone. Un cantastorie comincia il suo racconto: apre una finestra del suo carrozzone e da lì comincia a narrare una storia…quella di Pinocchio.
La storia originale scritta da Carlo Collodi viene rivisitata pur mantenendo i punti fondamentali del processo di formazione del protagonista: dalla creazione dal legno all'incontro con il saggio Grilli Parlante, dagli astuti Gatto e Volpe al terribile Mangiafuoco. Il paese dei balocchi viene personificato nel “Signore dei Balocchi”, che cercherà di convincere Pinocchio dell'inutilità della cultura. Il passaggio nel ventre del Pescecane (o della Balena) e l'incontro con Geppetto, rappresentano il momento culminante della presa di coscienza di Pinocchio che capisce come si conquista la vera libertà: attraverso una faticosa ricerca di se stessi supportata dall'Amore.
Attraverso l'animazione e i momenti lirico – onirici i bambini possono assistere alla presa di coscienza del pupazzo bambino che finalmente conquisterà l'autonomia.